domenica 7 novembre 2010

everything

looks perfect in black and white.

giovedì 4 novembre 2010

Dormirebene & Altri Canali

Una raccolta di ninnananne dal Pleistocene ad oggi

Edith

Am, G (capo 5)

she meant well
that last time
i saw her
waving bye

i was hers
she was mine
in my head
when i went blind

the tunnel lights
shine too bright
they don't fit
the dark of the night

i met pain
on a winter day
she carried
a very strange name

with lots of
Xs and Ys
she had two lips
and a thousand eyes

she meant well
that last time
and kissed me
goodnight

cold feet, red cheeks

C, Am, Dm, G7

cold feet, red cheeks
my gingerbread
goodnight, sleep well
cold feet, red cheeks

i wish i had
the most soft lips
for your forehead
and your eyelids

a kiss, your bed
a baker boy hat
a sailor shirt
striped white and red

lay down your hair
a strawberry jam
of curls and dreams
waiting to unfold

and if you'll miss me
i'd rather say this:
turn off the lamp
and listen well

so close, so close
i'm right by your side
my singing, superb
like some crooner guy

i play an harp
of willowtree branches
in the wind
that's some nice picture,

isn't it?
what you think?
isn't it?
cold feet, red cheeks..

lunedì 30 novembre 2009

frammenti

ormai mangio vetro e cago fiori di campo.
dicevo che gli eventi non mi avrebbero travolto ma sono solo cazzate: "togliete la carcassa spiaccicata in mezzo alla strada!", disse l'uomo con il cappello blu e i denti brillanti: sono io, tirato su con una pala che stride per terra come il più randagio dei gatti; la pala odora di calce, mattoni rotti, piscio e miele, sì, miele! mi butta via e vedo i suoi capelli al vento e un braccio che la cinge.. non sono morto, è solo che non ho voglia di muovermi...

tagliatemi un braccio e mandatelo al re.
i miei capelli dateli ad un lavasecco.
il mio culo mettetelo in bella mostra sul campanile.
il piede sinistro buttatelo in mare e quello destro datelo a mio padre.
a mia madre date il mio cuore, cosicchè lo divida con il resto della famiglia, ma che lo custodisca per sè.
la falangetta del mignolo della mia mano destra mettetela in un cocktail e ne beva un sorso chi bevve con me.
prendete tutto il resto e fatene ciò che vi pare..
voglio solo che mi lasciate occhi, fegato e palle..
non ho bisogno d'altro...

-A. Ronzani

venerdì 27 novembre 2009

Novembre

oggi io do il benvenuto alla primavera,
mentre le foglie, tutt'intorno, cadono giù,
mentre tutto muore, io sono felice.

ho trovato il mio sole!
e quello so che non lo vedrò morire.

non ti devi preoccupare.

non sarai mai abbastanza logorroico
per la mia voglia di ascoltarti.

martedì 3 novembre 2009

contorto

"sei davvero contorto."
"perchè?"
"non lo so, era per farti un apprezzamento che fosse anche un insulto."

(pensieri per la canzone su novara)

avrebbe il suo fascino, se ci fosse una canzone..

"la canzone su novara dovrà essere EPICA. per questo nessuno è ancora riuscito a scriverla. deve far pensare alla gente "cavolo, chissà che città stupenda dev'esser, novara, per aver ispirato una canzone così EPICA!" allora prendono, partono per novara. poi arrivano in questa merda, delusissimi, e io godo come un maiale."

e i maiali godono in un modo che non possiamo davvero immaginare.

domenica 1 novembre 2009

ho perso l'ironia

spegni la luce, mi da fastidio
mi basta il tuo respiro
per orientarmi
zitta, non serve parlare
svegliati, è natale
oggi è festa

mi vergogno d'esser lieto
solo di starti accanto
reazionario e isterico
solo per starti accanto

ma poi, cosa vuoi che importi
cadranno i miei capelli
ma non crescerò
calmo, resterò in disparte
non avrò pretese
sarai libera

mi vergogno d'esser lieto
solo di starti accanto
reazionario e isterico
solo per starti accanto

non rido, non guardo
il cielo, beffardo
guardarmi ed io
che ho perso l'ironia

giovedì 22 ottobre 2009

Novara pt.1

ti prererisco
bagnata e nebbiosa,
Novara
sinceramente, no,

non penso di averti mai vista
sorridere


e no, non amo il centro il sabato sera,
preferisco l'Agogna alle 6 del mattino,
là, dietro allo stadio, moleskine e bic nera in mano,
reduce da un cappuccino e un cornetto
al bancone del Salottino:
lieto fine di una notte passata a dormire
in una macchina parcheggiata
in qualche distributore sulla tangenziale,
troppo stanco per guidare..

ecco, in quei momenti sai farti amare.

la lingua?

rumori che ancora non so decifrare,
in nuvole si completano e in nuvole si annullano.

immagino:

la sua pelle è morbida.
un pretesto.
il bacio arriva, giustamente. le labbra dapprima si sfiorano poi, la lingua nella sua bocca, per impedire alle parole di uscire.
un brivido, la mia mano attraverso i suoi capelli.

sabato 17 ottobre 2009

armoniaco

negli scontri tra le nostre teste,
nei rumori metallici e nelle cose che si rompono,
nelle anime perdute e in quelle ritrovate,
nei bicchieri di montenegro,
nelle tazzine da caffè,
negli occhi di chi ci ama,
nella saliva di chi ci odia,
nelle bombole del gas,
nei rubinetti intasati,
nelle sigarette accese e in quelle spente,
nei portafogli carichi e in quelli vuoti,
nelle mani sporche,
nelle labbra tagliate e nei nasi sanguinanti,
nei fiammiferi spezzati,
nelle matite che scorrono sulla carta,
nel fascino dell'inverno,
nella paura di sbagliare,
nel pentimento e nella rivendicazione,
nei flussi di coscienza,
nelle catarsi,
negli umani e nella loro arroganza,
nelle storie tramandate oralmente,
nelle eclissi e nelle nuvole,
nel cielo su di noi,
nel fuoco di una stufa a legna,
nei coltelli troppo freddi,
nelle pentole d'oro,
nella realtà e nella finzione,
nelle bugie che viaggiano veloci,
nelle verità ferme in coda,
nelle chiavi perdute,
nei crateri e nei ghiacciai,
nei negozi di giocattoli,
nelle vetrine d'alta moda,
negli scaffali dei discount,
nelle impalcature e nelle loro vittime,
nei tasti bianchi e nei tasti neri,
nel cuore del palissandro,
nelle zanne d'elefante,
nel veleno e nell'antidoto,
nel passato e nel futuro,
nei piatti perfetti delle pubblicità,
nei reparti d'ospedale,
nelle biblioteche comunali,
nelle collezioni private,
nelle auto non omologate,
nella buona e nella cattiva sorte,
nei fucili mitragliatori,
nelle monete tintinnanti,
nei denti bianchi,
nel lusso e nella povertà,
nei corsi di pronto soccorso,
nelle prove e negli spettacoli,
nei sogni e negli incubi,
nel ghiaccio e nell'eleganza,
nelle periferie dimenticate,
nei microfoni alle conferenze,
negli attrezzi del mestiere,
nei libri riletti e in quelli mai letti,
nell'ego, nel superego e nell es,

continuo a vedere l'armonia.

nel mio caos creativo,
continuo a vederla,
in sincrono col mondo,
nel bene, nel male e nell'indeterminato.

martedì 13 ottobre 2009

la lezione

ma se io e te

non ci si fosse mai incontrati

chissà se poi

ci saremmo sempre mancati


non so come

ma riuscirò a saltare

l'ultima lezione


inevitabile

questa sera non ho molta voglia di scrivere.

ci sono talmente tante parole nella mia testa che l'idea di poterne tralasciare qualcuna mi spaventa.

come tutte le volte c'è un fattore scatenante, la miccia, la prima tessera del domino. Una volta innescato, la reazione a catena è velocissima: riesci a vedere una piccolissima parte degli elementi sprigionati, eppure tutti ti entrano nel cervello, sferzate di vento gelido, tuoni, saette, una tempesta in miniatura, rinchiusa in un cranio. non aspetta altro che uscire e ci prova in tutti i modi.

ti viene voglia di strapparti il cuore e sbatterlo sul tavolo, dire «fatene ciò che volete, non mi serve più».

sì, è tutto molto simbolico..

finisco sempre per ferire le persone a cui voglio bene, solo perchè non ci troviamo d'accordo su un punto.

loro mi amano, io mi odio.

mi amano perchè non hanno ancora capito che cosa sono. forse l'hanno capito ma non vogliono accettarlo. forse vorrebbero cambiarmi, forse mi farebbe stare meglio..

in ogni caso io ho capito che cosa sono, che cosa non sono, di cosa sono capace, di cosa non sono capace. e per questo mi odio, come dovrebbe fare chiunque.

sono come una trappola scavata nella terra, coperta di ghirlande di fiori, l'infezione che presto finirà per cancellare tutto ciò a cui tengo.

inevitabile.

domenica 11 ottobre 2009

3.30 am

3.30 am

tutti se ne sono andati.

le strade, che prima erano solo vuote,
ora sono anche mute.

restano solo quelle sigarette
che non riesci a spegnere,
tra i coriandoli di vita
rimasti incastrati nel sanpietrino.

martedì 6 ottobre 2009

visionario

seriamente,
tutto quello che riesco a pensare, lo prendo, lo accartoccio ma si scioglie tra le mie dita prima che io possa gettarlo via. allora continuo a osservarlo colare lungo il mio braccio, lentamente, fregandosene della gravità, torna da dov'era venuto, rientra nella mia testa e ancora, lì dentro, fa scattare quella molla ormai arruginita che è un ricordo abbastanza vago.
in questo ricordo ci sono io nel mezzo di un edificio enorme, probabilmente una specie di cattedrale.. sì, sono nel cortile di una cattedrale. é inverno ma non sento abbastanza freddo per lamentarmi. la sola cosa che irrigidisce i miei muscoli e fa battere i miei denti è una presenza. non saprei spiegare come faccio a percepirla, ma so che esiste, almeno in questo istante che poi è l'unico che conta.
a questo punto quella presenza mi parla. impossibile ricordare le parole, ma mi parla. la testa comincia a girare, in quell'istante che dura tuttora. allora sento questa presenza che si tira indietro, capisce di avere destabilizzato la mia apatia, non realizza di avermi fatto sfiorare la salvezza, pensa di avermi fatto del male, distruggendo la mia stabilità che era ormai come una prigione.
la presenza allora smette di fare rumore, comincia a muoversi, allontanandosi, svanendo lentamente nella foschia.
per poi ritornare solo un attimo dopo.

libro

mi sento un po' giù, in questi giorni. quando mi sento così mi metto a leggere un libro. un romanzo, magari. l'altro pomeriggio ho cominciato a leggere un libro. mi piaceva, mi aveva fatto dimenticare quello che mi stava intorno (e anche dentro) e mi sentivo sollevato. ma ogni volta che alzavo lo sguardo da quelle pagine mi tornavono in mente quei pensieri irritanti: devo lavorare. devo parlare. devo mangiare. devo reagire. devo morire. e avevo voglia di fare solo una di quelle cose, quindi mi rimettevo a leggere.

lunedì 5 ottobre 2009

autunno

mi svegliai ancora intontito. andai subito a controllare che tutte le foglie sugli alberi fossero al loro posto. ne mancava qualcuna. scrollai le spalle e tornai a dormire.